Apple Vision Pro: il futuro dello Spatial Computing


Lo Spatial Computing diventerà nei prossimi mesi la nuova buzz word, grazie al lancio dei visori Vision Pro da parte di Apple, per superare la parola Metaverso lanciata da Zuckerberg. Ma conviene fare le dovute distinzioni rispetto a tutte le definizioni che cercano di descrivere questa nuova modalità di interazione tra mondo fisico e digitale.
L’Extended Reality (XR) è un termine che comprende sia la realtà aumentata (AR), che la realtà virtuale (VR). La prima permette di sovrapporre elementi digitali alla realtà, mentre la seconda permette di immergersi completamente in un ambiente virtuale.
Anche se l’XR e lo Spatial Computing utilizzano tecnologie simili per creare esperienze immersive, sono concetti differenti. Quest’ultimo è una tecnologia che va oltre la realtà aumentata e la realtà virtuale, è infatti definita anche realtà mista e comprende uno spettro più ampio di tecnologie per migliorare l’interazione uomo macchina, dall’elaborazione del linguaggio naturale alle reti neurali profonde, il suo obiettivo principale è il potenziamento umano.
Nel caso dei visori di Apple ad asempio, rispetto ad altri visori attualmente in commercio, abbiamo la possibilità di selezionare gli item a schermo semplicemente guardandoli, e dare input di comando con la propria voce. Possiamo poi passare da una tipologia di realtà all’altra attraverso un pulsante posizionato ai lati dello strumento. Durante l’immersione nella realtà virtuale, il visore diventa opaco e mostra all’esterno il volto stesso dell’utilizzatore, per un’interazione il più possibile naturale anche con le persone esterne.
Vision Pro e il suo potenziale per utenti e aziende
Durante la Apple Worldwide Developers Conference (WWDC) 2023, Apple ha presentato il suo nuovo prodotto Vision Pro. Grazie al concetto di spatial computing, il dispositivo interagisce con lo spazio circostante interpretando i dati che gli vengono forniti. Non si limita a mostrare informazioni, ma le integra perfettamente con l’ambiente circostante consentendo all’utente di interagirci attraverso nuove possibilità di fruizione dei contenuti digitali, ad esempio app per la produttività, di esplorazione di nuovi mondi nel gaming o di social media.
Il lancio di Vision Pro rappresenta l’inizio di un nuovo ecosistema di business con grandi potenzialità per il mercato italiano. Grazie all’App Store, il più grande store di app al mondo, gli sviluppatori potranno creare esperienze di Spatial Computing con strumenti già noti come Xcode, SwiftUI, RealityKit, ARKit, Unity e con il nuovo strumento di preparazione dei contenuti 3D: Reality Composer Pro.
L’adozione dello Spatial Computing sta aprendo nuove opportunità anche per aziende e utenti in Italia e in tutto il mondo. Vision Pro è destinato a diventare un game changer, pronto a trasformare i processi aziendali e il modo in cui percepiamo e utilizziamo i contenuti digitali: dalle aziende immobiliari che potranno offrire visite virtuali delle proprietà, ai rivenditori che mostreranno i prodotti in 3D: lo Spatial Computing apre un nuovo canale di coinvolgimento dei clienti.
Tuttavia, come per ogni tecnologia emergente, ci sono anche importanti sfide da affrontare.
Sfide e opportunità
In primo luogo, c’è la questione della sicurezza e della privacy dei dati. Con i dispositivi Spatial Computing, gli utenti possono interagire con il mondo digitale in modo più diretto e intenso che mai. Ciò significa che anche i dati personali potrebbero essere più esposti e vulnerabili. Per affrontare questa sfida, è importante che le aziende che sviluppano dispositivi di XR lavorino per garantire la sicurezza e la privacy dei dati degli utenti.
C’è poi la questione accessibilità: i dispositivi di Spatial Computing offrono un’esperienza immersiva e coinvolgente, ma vi sono ancora molti utenti che potrebbero avere difficoltà ad accedere a questa tecnologia, specialmente quelli con disabilità fisiche o sensoriali. Al momento questo sembra un grosso limite che accomuna tutti gli headset VR.
Infine, ritroviamo alcune sfide culturali e sociali da affrontare. Nonostante lo Spatial Computing offra molte nuove opportunità per l’interazione e la fruizione dei contenuti digitali, stanno sorgendo concrete preoccupazioni riguardo l’effetto che questa tecnologia potrebbe avere sulla nostra capacità di interagire e comunicare con gli altri.
Con Vision Pro e VisionOS, le app vanno oltre i limiti dei display tradizionali, espandendosi per riempire lo spazio intorno a noi. Immaginate di lavorare con app che possono essere spostate ovunque, ridimensionate alla perfezione e persino reagire alle condizioni di illuminazione del nostro ambiente. Diventano entità viventi che si adattano alla realtà in modo così profondo da rischiare di essere percepite come parte di essa. Stiamo vedendo già oggi, a vent’anni dal lancio del primo smartphone, come un semplice device possa influenzare l’interazione sociale e la formazione della personalità dei ragazzi in fase di sviluppo.
Sarà una enorme sfida per chi si occuperà di affrontare i problemi di user experience in questo campo; e sarà fondamentale che designer, sviluppatori e utilizzatori finali lavorino insieme per garantire un utilizzo responsabile e consapevole di questa tecnologia.
